Può essere utile il metodo Feldenkrais a chi pratica dello sport?

La risposta ovviamente è si, ma analizziamo su quali aspetti agisce.

Ognuno ha imparato a muoversi in modo molto personale. Tra tante persone che camminano riusciamo a distinguere quella che conosciamo anche se è di spalle. L’essere umano ideale, invece, si muove in modo funzionale, ossia organizza la sua struttura per fare un’azione con il minimo sforzo e la massima efficienza. Se ci muovessimo tutti così sarebbe difficile riconoscere una persona dal suo movimento.

Le caratteristiche di ognuno sono preziose, fanno parte della propria storia, di come sono stati appresi i movimenti e rende ogni essere umano unico e inconfodibile.

Visto che ogni persona ha una sua identità di movimento, nello sport, che ha una tecnica per rendere più efficaci le azioni, ognuna si avvicinerà al gesto atletico partendo da una situazione differente.

In ogni lezione del metodo Feldenkrais questo avviene in modo naturale. Ogni azione è sperimentata con variazioni che permettono al sistema nervoso di aggiustare il movimento abituale verso quello più funzionale (massima efficienza con il minimo sforzo).
Questi aggiustamenti possono essere molto evidenti, ripetendo il gesto atletico cambia la postura in generale, o molto sottili, si ha la percezione di una migliore organizzazione e prestazioni migliori ma non è così chiaro cos’è cambiato. In questo secondo caso possiamo citare una famosa frase di Moshé Feldenkrais ‘ il sistema nervoso è più intelligente di noi’, ossia è capace di scegliere l’organizzazione di sé migliore per un’azione specifica.

Raffinare la percezione di sé è una delle chiavi del metodo Feldenkrais. Per farlo, oltre ad usare i sensi, si porta anche l’attenzione allo scheletro. E’ la struttura che sorregge il peso, che trasmette la forza, che può muoversi molto agilmente e che possiamo percepire con chiarezza. Se con due dita vi pizzicate una guancia avete la percezione della distanza tra le 2 dita ma se pensate alla guancia non riuscite a dire la distanza, se vi prendete la mandibola inferiore tra le dita sentirete la distanza con chiarezza sia delle dita che della mandibola. La struttura solida dà forma e spazialità.

Per uno sportivo pensare allo scheletro vuol dire sentire gli appoggi, le spinte e la trasmissione della forza.

Anche i movimenti parassiti, ossia movimenti non necessari all’azione, vengono limitati con la pratica del Feldenkrais. Un esempio di movimento parassita è di ruotare a destra e sinistra un piede prima di appoggiarlo a terra mentre si cammina. Non serve e può far perdere del tempo che nelle gare è prezioso.

In generale tutti i movimenti principali, rotazione, flessione ed estensione frontale e laterale.. con il metodo Feldenkrais vengono ampliati.

L’agilità che si percepisce alla fine di ogni lezione Feldenkrais è dovuta ad un miglior uso dei muscoli. Ciò che impedisce il movimento sono i muscoli che rimangono tesi anche quando non serve. Questo inibisce i muscoli antagonisti ( che fanno fare il movimento opposto). Si rimane così in una posizione fissa o comunque con un’escursione di movimento limitato. Alla fine delle lezioni i muscoli contratti sono più sciolti e oltre a percepire una maggiore libertà di movimento, gli antagonisti possono finalmente contrarsi. Il lavoro muscolare si distribuisce su tutto il corpo e quei muscoli che non lavoravano ora lo possono fare. Mi è capitato più di una volta che mi dicessero con grande stupore di avere l’acido lattico il giorno dopo la lezione. Finalmente erano coinvolti anche altri muscoli!
Questo nello sport è fondamentale, in particolare in quelli molto specializzati in una parte del corpo. Riuscire tra un movimento e l’altro a decontrarre e contrarre i muscoli vuol dire prendersi un brevissimo riposo e fare il movimento successivo con la massima potenza.

Le lezioni più specifiche, sul movimento degli occhi, sulla respirazione e sulla coordinazione migliorano la qualità dei movimenti e aiutano l’orientamento nello spazio e la capacità di reagire agli imprevisti.

Per ogni sport si può lavorare su funzioni peculiari e creare i percorsi più idonei. Lavorando con i singoli atleti il percorso diventa ancora più raffinato e le lezioni si personalizzano sull’atleta.

In conclusione il metodo Feldenkrais abbinato agli allenamenti migliora la qualità del movimento e di conseguenza le performance.