Arte

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Camminare

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Camminare

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Arte

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Venezia! che bella! Ho la fortuna di avere una casa in provincia di Vicenza e Venezia me la sono vista tante volte. Mi piace anche solo farci un giro, perdermi nelle calli.

Ma quest’anno c’è la biennale, un altro perdersi tra grandi capannoni e installazioni che riempiono lo spazio in tutte le direzioni o sono racchiuse in piccole stanze.

Ambiente, giustizia sociale, la madre terra è quello che mi sono portata via da una giornata di cammino. Ho visto solo una parte dell’immensa biennale, e ciò che mi piace è che lascia un senso di potere, il potere di creare dei sogni, dei pensieri…

Quest’anno la biennale l’ho guardata in modo diverso. Dopo il percorso di studio con Mara Della Pergola sul suo libro ‘Lo sguardo in movimento‘ ho fatto maggiore attenzione alla percezione di me mentre guardavo le opere.

Il sentirmi sostenuta l’ho percepito nelle grandi opere ben appoggiate a terra. Nell’installazione della Svizzera, alcune dalle forme antropomorfe erano parzialmente bruciate e il sostegno lo sentivo entrare nella terra, era come sbriciolarmi, sentirmi sostenuta e sbriciolarmi nuovamente.

Il differenziare e integrare me l’hanno suggerito la Francia con quest’ambiente cinematografico che ha una sorpresa nascosta e l’Inghilterra con le sue voci singole che diventano unità.

Individuare il proprio centro nel padiglione del Giappone tutto è proiettato sui muri in un girotondo di parole veloci di cui solo alcune appaiono chiare, li sono diventata il centro.

Orientarsi: l’opera di PRECIOUS OKOYOMON è un insieme di viottoli che improvvisamente appaiono chiusi da sottili fili, visibili solo da vicino. Volevo raggiungere un persona, sembrava la via più breve , ma non era così. Ho dovuto tornare indietro e trovare un’altra strada. La vista era stata ingannata!

In questa overdose di opere d’arte, conquistate passo dopo passo, quella che mi ha dato un’emozione diretta, immediata è stata quella di SANDRA MUJINGA. Appena entrata nella stanza illuminata di verde con figure di umanoidi alti, quasi degli spettri, mi è venuto da piangere. Mi son sentita senza sostegno e con il bisogno di ritrovare il mio centro.

E l’assenza di opere d’arte all’interno di questo padiglione non lascia indifferenti.