n inverno la natura è spoglia, le piante non crescono, talune muoiono. Il freddo e le poche ore di luce invitano ad uno stile di vita più “casalingo”, molte specie animali passano questo periodo in letargo, cioè rallentano le loro funzioni vitali e cadono in un sonno profondo, riducendo così le loro esigenze alimentari. In molti film di fantascienza possiamo incontrare astronauti che si risvegliano dopo un lungo periodo di ibernazione.. ed in effetti la parola ibernazione e la parola inverno hanno una radice comune nel latino hibernus (inverno).
Un’etimologia più fantasiosa chiama in causa il lago d’Averno (Avernum in latino e άορνος in greco: ά – ορνος significa letteralmente senza uccelli). Questo lago napoletano nasce all’interno di un cratere ed è considerato fin dall’antichità sede dei Giganti, poi dimora degli inferi e di abitanti delle caverne che evitavano la luce solare.
Contrariamente a quanto si potrebbe essere portati a pensare, in inverno la distanza dal Sole è minima (semplicemente i raggi giungono nel nostro emisfero con una diversa angolazione che li rendono meno efficaci)
Inoltre in inverno, le giornate, ormai arrivate al loro minimo di spazio diurno, iniziano, seppur lentamente, ad aumentare progressivamente il tempo di luce e quindi, questa è la stagione che più di tutte ha in sé il simbolo della rinascita e del lento risalire dopo aver conosciuto il minimo, il limite, il fondo: una lunga preparazione, un periodo di riflessione, in solitudine e silenzio verso un possibile risveglio.
Buio e freddo, due tratti caratteristici dell’inverno, hanno solitamente una accezione negativa: in realtà l’assenza di luce favorisce il rilassamento e migliora la qualità del sonno e il freddo ha un potere antinfiammatorio e – stando a quanto afferma Wim Hof, l’esposizione quotidiana al freddo tonifica corpo e psiche, del resto i benefici della crioterapia erano già conosciuti nel XIX secolo.
Le sensazioni di caldo e freddo possono essere estremamente soggettive e fortemente influenzate dalle nostre condizioni fisiche e psichiche, inoltre la temperatura dell’ambiente in cui viviamo non ha quasi correlazione con la temperatura interna del nostro corpo (di solito mantenuta dal nostro metabolismo tra i 36 e i 37, al di sotto siamo in ipotermia, al di sopra abbiamo degli stati febbrili, caratterizzati da un’accelerazione e una attivazione delle difese immunitarie).
Portare l’attenzione alle nostre sensazioni corporee è il primo passo per un’indagine interiore o una pratica meditativa.
Nella pratica delle Costellazioni Familiari spesso si avvertono sensazioni fisiche molto particolari, che fanno parte delle nostre percezioni quotidiane, ma alle quali non diamo normalmente la giusta importanza in quanto distratti dal nostro chiacchierio mentale.
Allenandoci a prenderle in considerazione e abituandoci ad osservarle scopriremo quanto rapidamente possono cambiare e che tipo di evento o di contatto può innescare il cambiamento.
Le nostre sensazioni (anche quelle fisiche) possono essere una chiave importante per comprendere i nostri processi emozionali.
Per fare maggior conoscenza di noi stessi può essere interessante e consigliato sperimentare situazioni – anche fisiche – un poco al di fuori dei limiti (spesso molto mentali) ai quali siamo assuefatti.
Il buio e il freddo stimolano delle parti interne del nostro essere in modo unico così come la luce e il caldo..
Se il troppo freddo può portare ad un leggero assopimento, un freddo più moderato può tonificare e risvegliare.
Buon Inverno!