Nel metodo Feldenkrais si esplora il nostro modo di muoverci. Le lezioni sono sempre diverse e capire solo dalla spiegazione orale cosa fare ci costringe ad ascoltare cosa stiamo facendo e a sentire in modo in cui ci muoviamo.

Ma perché fare Feldenkrais? In un corso di danza imparo a ballare, in uno di musica a suonare, in uno sportivo a fare uno sport, a cosa serve fare le lezioni Feldenkrais?

Nei corsi di qualsiasi disciplina impariamo la tecnica e la teoria e ogni insegnante ha il suo modo di proporci il percorso per farci arrivare a praticarla. Ognuno può essere più o meno talentuoso, ma, è sempre necessario esercitarsi e ripetere per assimilare e far diventare questi nuovi schemi propri.

In questo processo di apprendimento spesso si passa attraverso l’imitazione, guardo quello che fa il maestro e lo imito, poi il maestro mi osserva e mi corregge. Spesso viene trascurata una parte importante:
come ci si sente mentre si sta facendo quel particolare movimento. Raggiungere l’obiettivo ci costringe ad arrivare il più in fretta possibile al risultato anche se non siamo ancora realmente pronti. Così useremo più forza muscolare di quella che serve irrigidendo anche parti non coinvolte nell’azione e se questo viene ripetuto molte volte rimane il nostro modo di farlo. L’abitudine ci porta ad avere dei muscoli che oltre a non servire per l’azione, lavorano in eccesso. Si ha così uno spreco di energia, si manifestano dolori e le performance sono ‘limitate’, raggiungiamo una certa capacità e non riusciamo ad andare oltre.

Ecco allora a cosa serve il Feldenkrais, a proteggerci e a migliorare le performance.

Se alla tecnica aggiungiamo la consapevolezza possiamo imparare una nuova disciplina ascoltando cosa stiamo facendo e organizzando il movimento senza sforzi, a parte quelli necessari per la pratica. Se suono il piano non serve stringere i denti e irrigidire il collo, anzi questo impedirà a suonare bene.

Nelle discipline corporee è importante la tecnica ma alla base è fondamentale essere consapevoli di ciò che si sta facendo riuscendo ad osservare non solo le parti maggiormente coinvolte dal movimento ma anche quelle che non lo sono.