Nell’ultimo decennio l’uso della tecnologia è aumentato in modo esponenziale. Tutti, da chi lavora in ufficio a chi fa un lavoro manuale, ogni giorno passa del tempo a consultare il cellulare. Cercare informazioni, leggere le notizie del giorno, seguire i social, partecipare alle chat. Le occasioni sono tante. Come stiamo cambiando? Cosa comportano queste nuove abitudini?

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Sicuramente l’attenzione è la prima cosa ad essere colpita dalla continua consultazione del telefonino. Abbiamo una domanda? Cerchiamo un’informazione? una curiosità? Una ricetta o come tosare il cane?  immediatamente lo andiamo a cercare su internet o mandiamo un messaggio a chi ci può aiutare. In ogni momento ci arriva un messaggio o una telefonata. Ci distraiamo da ciò che stiamo facendo e tutto è diventato urgente. Se si manda un messaggio a qualcuno, siamo poco disposti ad attendere a lungo la risposta. Non rimaniamo più con delle domande, vogliamo subito le soluzioni. Velocità e distrazione si sono fatti spazio nelle nostre vite.

Possiamo limitare queste abitudini, che stanno prendendo sempre più piede, dandoci delle regole sulla consultazione del telefonino. Lasciarlo lontano da noi o in silenzioso mentre stiamo facendo un lavoro, consultarlo in determinati orari o  prenderci dei momenti di relax spegnendolo, sono alcuni suggerimenti.

Ma ciò che sta radicalmente cambiando insieme al ‘pensiero distratto’ è la fisicità. Non vi voglio parlare di postura, di stare dritti senza  incurvarci, ma di qualcosa di più.  E’ l’uso che facciamo di tutto il nostro corpo che  è radicalmente cambiato in questo ultimi venti anni.

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Come facevamo a cercare informazioni quando internet non era così ricca di saperi (non sempre attendibili 😉 ) ?

Ci muovevamo, si, lo spostamento era l’unica soluzione.

Per chiedere informazioni, per prendere un libro in biblioteca o in un negozio, per incontrarci con qualcuno. Ci poteva essere una telefonata in prima battuta ma non si stava al telefono per ore per lavoro, si prendeva l’appuntamento o si scrivevano delle lettere cartacee (e quanto era bello attendere la risposta) andando al tabacchino per il francobollo e alla buca delle lettere per spedire.

Muscoli e articolazioni che si muovevano, occhi che spaziavano dal dettaglio del francobollo da appiccicare, all’orizzonte per cercare una buca delle lettere, sentire freddo, caldo, bagnarsi nella pioggia, essere in balia del vento, godersi una bella giornata primaverile. Nel percorso per cercare un’informazione stimolavamo di continuo la nostra fisicità e i nostri sensi. Attraverso il tempo che richiedevano gli spostamenti riuscivamo ad ‘incarnare‘  (embodiment)  i nostri pensieri.

Per questo, in quest’epoca in cui siamo in balia del cellulare, è ancora più importante dare spazio al movimento e ritagliare del tempo per fare passeggiate, camminate, corse, sport e danza…. Non spaventiamoci se fuori il tempo non è perfetto, usciamo!

Integriamo le informazioni, che abbiamo trovato rapidamente, con il movimento, diamoci tempo! Muoviamoci!