Che bello camminare nella natura!bosco

Certo, bisogna stare attenti a dove si mettono i piedi, il terreno non è liscio e solido come i pavimenti delle case o l’asfalto dei marciapiedi a cui siamo abituati.

Per godersi appieno il momento è bene muoversi e allo stesso tempo poter guardare in tutte le direzioni. Un fruscio improvviso, la luce che filtra tra i rami, un sasso scivoloso lungo il percorso……ad ogni passo tutto si ‘aggiusta’ per continuare la strada.

Quando si corre il corpo ha bisogno di essere ancora più agile e adattarsi molto in fretta per superare gli ostacoli. Saltare un tronco o abbassarsi per non prendere un ramo negli occhi stando attenti a dove si mettono i piedi richiede prontezza di riflessi e abilità.

C’è un continuo controllo del movimento ma anche di ciò che ci circonda. L’attenzione a se stessi e all’ambiente può essere limitata quando si ha paura di cadere e non si è sicuri di ciò che si sta facendo.  Ci si irrigidisce restringendo le possibilità di movimento e si perde la bella lagosensazione di stare in un bosco, in mezzo alla natura; i particolari e le sfumature sfuggono.

Un consiglio è di rallentare, prendersi il tempo di sentire ogni rumore, un batter d’ali, il profumo di terra, di qualche fiore, fioreblupercepire la compattezza del terreno che si alterna allo strato di morbide foglie scricchiolanti, percepire il calore del sole che lascia il posto alla frescura dell’ombra.

Ma come si può mantenere il proprio ritmo e godersi il paesaggio? Bisogna trovare la condizione in cui sparisce l’insicurezza. I piedi si sentono ben appoggiati a terra mentre la mobilità del corpo permette dei movimenti veloci, sicuri e belli da sentire e da vedere. Si perchè camminare non è solo una questione di gambe. Il busto, la posizione della testa, l’oscillazione delle braccia la tensione nella mandibila possono interferire e rendere l’azione faticosa.

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Togliendo il lavoro muscolare superfluo arriva il momento in cui ci si sente bene a camminare nel bosco!

Un allievo che pratica il Meodo Feldenkrais da anni, ha partecipato ultimamente ad una corsa campestre. Ha ottenuto un ottimo risultato, sesto. Guardando l’anagrafica della classifica nei primi 15 praticamente tutti hanno circa 20 anni in meno. Lui era molto soddifatto per il tempo, ci ha impiegato circa 5 minuti in meno rispetto agli allenamenti. Gli ho chiesto se  le lezioni del Metodo Feldenkrais lo hanno aiutato e la risposa è che riesce ad utilizzare il corpo in modo più simmetrico e a distribuire lo sforzo in maniera uniforme, ma la cosa che gli piace di più è che riesce anche a godersi l’ambiente. I boschi e i prati che attraversa, mentre corre, li vive.