Vi manca recarvi fisicamente nei luoghi?

In questo periodo di lezioni on line ho cercato di capire cosa mi manca delle lezioni dal vivo.

Quando ho lezione solitamente mi piace arrivare in palestra almeno 15 minuti prima, entro, ne sento l’odore, ne percepisco la storia, il vissuto. A volte mi bevo un caffè e poi preparo lo spazio.

Si, ogni volta è un rito: metto la borsa con i cuscini, i tappetini e  le coperte in un angolo, tiro le tende per nascondere gli specchi e ripasso velocemente la lezione che voglio insegnare. Poi, iniziano ad arrivare le persone, ci si saluta, a volte si chiacchera, altre si sta in silenzio. Siamo insieme e immersi nello stesso luogo. Ogni persona che si aggiunge porta qualcosa: una voce,  dei colori, degli odori, del calore o un semplice spostamento d’aria, il suo umore. Singole entità portano il loro vissuto  e contribuiscono a creare un’altra entità: il gruppo.

Inizia la lezione, tante domande che vanno a portare l’attenzione su se stessi. Ognuno continua il suo viaggio riconnettendosi al proprio sentire. Piano piano, la giornata trascorsa svanisce e ci si ritrova qui ed ora a scoprire le proprie sensazioni, ad esplorare nuovi pensieri a sentire il peso sul pavimento o la qualità di un movimento.  C’è una sorta di isolamento, ognuno per sé ma l’ascolto diventa più raffinato e mentre si  fa un gesto si percepisce quello del vicino e senza parole le lezioni diventano delle piccole, micro danze e coreografie. I ritmi piano piano diventano simili, l’ascolto di sé apre anche all’ascolto degli altri.

Alla fine tutti in piedi, qualcuno condivide le sensazioni, ciò che è successo, altri preferiscono salutare e andare via in silenzio.

Il luogo si riempie di una nuova esperienza e io rimetto in ordine lo spazio; una nuova preparazione per chi insegnerà dopo di me.

Il rito, il luogo e le persone che vanno e vengono.

E qual è il tuo luogo? Quello che ora ti manca?