Ogni giorno usiamo un po’ di creatività per risolvere piccoli e grandi ‘problemi’. Chi ha una certa età sicuramente si ricorda le cassette musicali che dopo un po’ che venivano usate si inceppavano e tutto il nastro fuoriusciva. Una penna era la salvezza per riavvolgere il tutto e potersi godere nuovamente la musica.

Ma cos’è la creatività? La creatività è la capacità di risolvere un problema con ciò che si ha a disposizione, utilizzando strumenti e percorsi diversi per ottenere il risultato.

Su questo argomento, ci sono molti studi anche sugli animali. Negli esperimenti, li si costringe a trovare una soluzione ad un problema, come ad esempio prendere qualcosa da mangiare che è irraggiungibile, e spesso riescono ad avere ciò che vogliono perché trasformano gli oggetti che trovano in nuovi strumenti. Si inventano una scala con dei contenitori per il cibo, usano dei bastoncini per raggiungere cose  dove le  dita non arrivano, buttano nell’acqua dei pesi per far salire il livello così che il cibo si alzi e diventi a portata di becco.

Ma come si acquisisce questa capacità? Come si fa a capire che un oggetto può essere utilizzato in altro modo? Con l’esperienza. L’oggetto in questione dev’essere conosciuto. Sapere la forma, il peso, il colore, la fragilità, la grandezza sono le basi per poter pensare a quell’oggetto come strumento per risolvere un problema. Pensate alla penna e alla cassetta da riavvolgere, il trucco funziona perché la penna ha un diametro simile a quello della cassetta e perché sapete che se girate una ruota il nastro si riavvolge. Se osservate i bambini che manipolano un nuovo oggetto, vedrete che lo girano, lo accarezzano, lo scuotono per sentire se fa rumore, lo annusano, lo stringono, lo sbattono e lo lanciano per capire cosa succede. Così da adulti sapranno che la palla rimbalza, un piatto si rompe, il pongo si deforma e una piuma per quanto la lanciamo forte cadrà sempre piano piano.  Insomma la creatività si allena agendo e ricordando.

Una delle famose frasi di Moshè Feldenkrais dice: ‘un cervello senza corpo non può pensare’. 

C’è un animaletto marino, l’ascidia, che nella prima fase della sua vita è un piccolo verme che si muove molto fino a quando si riesce a posare da qualche parte, a quel punto si radica lì per tutta la vita e ‘mangia’ il suo cervello. Da questa osservazione alcuni scienziati ipotizzano che il cervello e il sistema nervoso servano per il movimento. Gi esseri che per sopravvivere devono muoversi nello spazio hanno bisogno di sapere dove sono e cosa incontrano, senza la memoria, che risiede appunto nel cervello, difficilmente potrebbero sopravvivere. Muoversi nello spazio vuol dire dover trovare continuamente delle soluzioni a ciò che capita e più l’ambiente è complesso più si allena la capacità di trovare soluzioni. Una famosa frase di Moshe Feldenkrais è ‘la vita è movimento, senza movimento la vita è impensabile’.

Il movimento è il mezzo per diventare creativi cioè trovare soluzioni a ciò che capita nella vita.

Nelle lezioni Feldenkrais uno stesso movimento lo si prova a fare in tanti modi differenti ampliando così le possibilità di risposta nel quotidiano, si diventa creativi!

Ora vi lascio con un giochino: quante parole riuscite a formare, i italiano, con le lettere di ‘DREAM’?