Cosa rispondi quando qualcuno ti chiede ‘come stai?’. Sicuramente hai una tua modalità. Un ‘bene!’ convinto e sicuro, il ‘così e così’ o il ‘si tira avanti’ per andare sul generico e non essere né positivo né negativo, oppure fai l’elenco dei tuoi acciacchi e te la passi sempre male, anzi malissimo. Ma corrisponde davvero a quello che stai vivendo o è una risposta giusto per iniziare una conversazione?

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Ci sono domande a cui rispondiamo in automatico, senza ascolto e ciò che accade dopo è sempre uguale o simile alla volta precedente. Ci ritroviamo così durante la giornata a fare e a dire sempre le stesse cose. Ma cosa accade se cambiano le domande o le risposte? Bastano piccole variazioni e l’automatismo lascia il posto al pensare e sentire. Perché se ti chiedo ‘sei felice oggi?’ probabilmente inizierai a pensare al significato della parola felice e magari non è il sentimento predominante in questo momento e così vai ad ascoltare come ti senti e la risposta sarà un qualsiasi altro aggettivo: stanco, distratto, assonnato, presente, attivo…

Piccole differenze o variazioni hanno la potenza di far cambiare la nostra risposta perché innescano un processo di ricerca e cambiamento, risvegliano la nostra attenzione.

Le domande e le risposte non fanno parte solo del linguaggio parlato, ma appartengono a tutte le attività della vita.  Ci sono azioni che continuiamo a ripetere dando sempre la stessa inefficiente risposta. Ad esempio quando vogliamo aprire una porta e siamo pieni di borse e pacchi in mano. Guai a posare qualcosa!  E poi il sacchetto con la bottiglia d’olio cade e il pavimento ne viene cosparso. Ma a parte le catastrofi, che fanno rivolgere a noi stessi delle imprecazioni non piacevoli, ce ne sono altre più sottili e banali che ci riempiono la giornata da quando ci alziamo dal letto a quando ci ritorniamo la sera.

Anche il modo in cui facciamo le cose è abitudinario. Ognuno di noi ha il suo ritmo per fare le cose. C’è chi è sempre frenetico e in ansia per fare tutto e chi fa della lentezza uno stile di vita e arriva in ritardo ad ogni appuntamento. E il tuo ritmo qual è? Sono sicura che risponderai che è quello giusto perché è la tua abitudine di fare le cose e ti ci trovi bene. Ma cosa succede se provi cambiarlo per fare un’azione? Prova a rallentare o accelerare il passo ad esempio. Subito è strano, bisogna pensarci, ma in quella variazione hai la possibilità di scoprire cose nuove. Infatti il modo ha a che fare con la qualità delle nostre azioni.  Non c’è un modo giusto o sbagliato di fare una cosa ma è il contesto che ne determina l’efficacia. Se ho un appuntamento di lavoro e sono in ritardo posso permettermi di andare piano solo se sono il capo, altrimenti corro

Ma perché variare? Perché spesso ciò che facciamo ci appare comodo e anche l’unica cosa possibile da fare, rimanendo sempre uguali e senza trovare risposte più efficienti a ciò che ci capita nella vita. Avere risposte differenti ad una stessa domanda ci fa star bene e ci rende liberi di scegliere.

Allora continuiamo a farci delle domande, ma che non siano sempre le stesse così da aggiungere possibilità di scelta.